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VERSCIO
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1953

A chi arriva con la "Centovallina", lo sferragliante convoglio bianco e azzurro che collega la Regina del Verbano alle apriche Terre di Pedemonte, Verscio si annuncia con la sua civettuola stazioncina, dai contorni giallo canarino, sotto un tettuccio a quattro spioventi di bigie scaglie d'ardesia, tra aiuole curate di cappuccina che, in piena fioritura, accentua il benvenuto pittorico con dosati tocchi di rosso e d'arancio.

Il paese, il vecchio nucleo del paese, raggruppato ai piedi del monte, non offre colori così garruli.

È il grigio che vi predomina: il grigio chiaro del sasso che abbonda nei muretti a secco dei ronchi, nei muri a calcina delle case; il grigio cupo della pietra che ricopre, di pesanti lastroni, i tetti.

I dirupi scoscesi e riarsi sovrastanti all'abitato, aprono larghi squarci di grigio rossastro nella scarsa boscaglia, che attenua le crude nudità del monte, con rade spatolate di verde, verde chiaro delle betulle, verde vivo dei castagni, verde intenso delle querce, verde cupo dei pini.

Verso il piano, la massa severa della chiesa di San Fedele spicca al di là della grande curva tracciata dalla ferrovia attorno al cimitero.

Un tempio imponente, tutto sfaccettature che creano, all'esterno, un armonioso gioco di chiari e scuri, sotto la vistosa gobba del tetto, di nera pietra.  Dall'alto del sagrato, un immenso terrazzo che domina le  campagne, la vista spazia sui prati e sui vigneti.

E il ritmo del verde riprende nel piano: verde rugoso dei pampani, verde sottile del fieno, verde arioso delle robinie; giù sino alla Melezza, il fiume che liberatosi dalla buia strettoia delle Centovalli, si sfoga zigzagando nella piena, sino alla confluenza con la Maggia.

Paese di luce e di colore, Verscio, e questa luce, questo colore hanno contribuito a formare il carattere degli abitanti.

Lavoratori dei campi, emigranti che hanno conosciuto le strade della Toscana, di Roma, della California.

Uomini duri come la pietra dei loro monti, ma pur sensibili alle bellezze della natura e dell'arte.

Non per nulla, artisti e scrittori di ogni parte del mondo hanno scelto, a loro dimora, questo umile villaggio.

Qui l'animo ritrova quel senso di pace e di dolcezza che fa amare la vita e apprezzare i veri valori dell'umana esistenza.

E non solo nel lavoro e nell'arte eccellono i verscesi, ma anche sui campi sportivi, dove i muscoli si temprano alle varie discipline.

Specie nel calcio, Verscio ha avuto ed ha i suoi campioni.

Ed è con fierezza che i giovani d'oggi commemorano il venticinquesimo di fondazione dell'Unione Sportiva Verscio, che continua, con lo stesso spirito di'ieri, a infondere loro il piacere, la gioia delle vittorie del corpo e dello spirito. "Mens sana in corpore sano!"

Tratto dall'opuscolo 25 anni USV

† Antonio Zanda

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5 marzo 1953

Assemblea degli sportivi e simpatizzanti di Verscio, per la costituzione dell'Unione Sportiva di Verscio (USV), al Ristorante Croce Federale.

A seguito di una riunione tenutasi il 14.02.1953 al Ristorante Müller di Verscio, con l'intervento di numerosi sportivi, si addivenne alla nomina di una commissione per gettare la basi di una società di calcio.

Venne sentita l'opinione del signor Cavalli Antonio, dirigente del Football Club Cavigliano, il quale fornì interessanti dati sulla formazione tecnica di una squadra di calcio e ragguagli circa le spese occorrenti per tale formazione. I presenti furono invitati a proporre le persone più idonee a costituire un comitato provvisorio.

Su proposta del signor Gino Caverzasio vengono eletti all'unanimità:

Presidente: Luigi Cavalli.

Cassiere-segretario: Francesco Zanda.

Membri: Bruno Maestretti, Antonio Pellanda, Aldo Cavalli, Sandro Leoni e per consenso unanime, il proponente stesso Gino Caverzasio.

La commissione tecnica viene così costituita: avv. Roberto Simona, Sisto Cavalli, Felice Cavalli.

La riunione si scioglie con l'augurio che i lavori del comitato provvisorio riescano proficui per l'incremento dello sport versciese. Il comitato così costituito da incarico all'avv. Roberto Simona di preparare un abbozzo di statuto, che nella seduta del 27 febbraio 1953 al Ristorante del Ponte venne presentato in prima lettura. Lo statuto da lui formulato dopo essere stato ampliamente discusso viene ora sottoposto all'Assemblea dei soci per l'approvazione.

L'Assemblea del 5 marzo 1953 lo accetta all'unanimità, sono presenti i seguenti soci:

Cavalli Luigi, Cavalli Sisto, Maestretti Bruno, Cavalli Aldo, Caverzasio Gino, Zanda Francesco, Cavalli Edoardo, Cavalli Federico, Cavalli Beniamino, Cavalli Felice, Ceroni Giuseppe, Zanda Claudio, Poncini Giuseppe, Pellanda Antonio, Jelmolini Emilio.

Si passa in seguito alla nomina del Comitato stabile per la stagione 1953/54.

Risultano eletti:

Presidente: Luigi Cavalli.

Membri: avv. Roberto Simona, Francesco Zanda, Gino Caverzasio, Aldo Cavalli, Bruno Maestretti e Sandro Leoni.

Alla commissione tecnica sono chiamati: avv. Roberto Simona, Sisto Cavalli, Felice Cavalli, Bruno Maestretti e Battista Ramazzina.

Revisori: Beniamino Cavalli, Federico Cavalli e Emilio Jelmolini.

(estratto Verbale USV)

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